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In estate, l’aria condizionata diventa una risorsa indispensabile per molti di noi per portare refrigerio nelle giornate più calde, ma per molte donne, l’idea di usarlo può essere un incubo, sia a casa che in camper. Mentre gli uomini amano mantenere gli ambienti freschi, molte donne non sopportano l’”effetto frigorifero” generato dai condizionatori d’aria. In questo articolo spiegheremo le ragioni per cui alcune donne odiano l’aria condizionata e quali sono le possibili soluzioni a questo problema.

Come funziona il corpo umano?

Se parliamo di condizionatore, non possiamo non parlare del corpo umano. Infatti, non siamo oggetti ma sistemi avanzati che producono calore. Il corpo umano è un sistema termodinamico che scambia calore e lavoro con l’ambiente esterno.
Per determinare lo stato termico del corpo umano, contribuiscono quattro parametri fisici: la temperatura dell’aria, la velocità dell’aria, la temperatura media radiante (ossia la temperatura di tutte le superfici che circondano una persona all’interno di un ambiente), l’umidità relativa e l’attività svolta, ovvero il metabolismo energetico. Se stiamo facendo attività che richiede sforzo, il corpo si surriscalda, mentre la resistenza termica dell’abbigliamento può anche influenzare il bilancio termico del corpo.

Differenze di temperatura corporea tra uomini e donne

Le donne hanno una temperatura corporea più bassa rispetto agli uomini, in media di circa un grado Celsius. Questo significa che le donne sentono più freddo e hanno bisogno di indossare più strati di vestiti per stare al caldo. Quando l’aria condizionata è accesa, la temperatura della stanza si abbassa, e le donne possono sentire ancora più freddo. Non a caso, spesso e volentieri le donne tendono a rialzare la temperatura impostata dagli uomini.

Stime errate e normative antiche

Inoltre, le normative sul clima interno si basano su un modello empirico di comfort termico sviluppato negli anni ’60. I valori standard per una delle sue variabili principali, il tasso metabolico, si basano su un maschio medio (40 anni per circa 70kg).
Le donne hanno tassi metabolici molto più bassi (circa il 35%) rispetto allo standard utilizzato nella formula (che si basa su uomini), come dimostra uno studio scientifico pubblicato su Nature Climate Change. È chiaro, quindi, che ci sia un problema di analisi delle necessità reali per le persone di sesso femminile.

Umidità dell’aria ed effetti sulla salute

L’aria condizionata può rendere l’aria più secca, il che può causare disagio per alcune donne, soprattutto se soffrono di problemi respiratori come l’asma. L’aria secca può anche irritare gli occhi e la pelle, causando prurito e rossore. L’esposizione prolungata all’aria fredda e secca può causare mal di gola, naso che cola, tosse e raffreddore.
L’aria condizionata può diffondere batteri e virus se non viene pulita regolarmente, inoltre lo sbalzo di temperatura tra l’esterno e l’interno può essere causa di fastidiosi dolori muscolari.

Esiste una soluzione?

Una prima soluzione è quella di regolare la temperatura del condizionatore d’aria per rendere l’ambiente meno freddo, ma non risolviamo le altre problematiche.
Ricordiamo che comunque anche l’abbigliamento fa la sua parte. In estate, ad esempio, è consigliato indossare cotone per permettere alla pelle di traspirare ed agevolare l’evaporazione del calore corporeo. Questa soluzione, tuttavia, spesso porta a malcontenti tra coloro che preferiscono una temperatura più fredda, quindi non è esattamente una soluzione.

Come abbiamo detto, le normative si basano su modelli studiati negli anni ’60 e basate su un uomo medio. I produttori continuano a seguire queste normative nella progettazione dei sistemi di raffreddamento, basandosi su una stima metabolica non adatta al sesso femminile. Ciò porta intrinsecamente ad una discriminazione anche nell’utilizzo stesso dei prodotti.

La discriminazione parte dalla progettazione

Ci sono molti esempi di questo tipo: alcune tipologie di auricolari, spesso e volentieri, non sono adatte al padiglione auricolare delle donne, poiché più piccolo. È vero che esistono degli adattatori in gomma, ma non per tutti i modelli, e alcuni noti brand non utilizzano gli adattatori, rendendo di per sé scomoda la fruizione dell’ascolto, solitamente con cuffie che scivolano frequentemente.

Un altro esempio ancor più significativo è l‘utilizzo di manichini maschili nei crash test automobilistici, con conseguente analisi di informazioni sulla sicurezza non accurate e con notevoli implicazioni per le donne. Si stima che una donna abbia il 47% in più di probabilità di essere ferita gravemente.

Inclusività: progettare soluzioni studiate per uomini E donne

Nel mondo odierno si sta facendo molto per la lotta al gender gap, ma non ancora abbastanza, e questo ne è un esempio. Fortunatamente, alcuni produttori ed aziende hanno iniziato a capire l’importanza della progettazione inclusiva. Un esempio positivo arriva dal nostro brand Viesa, in particolare con il Viesa Holiday, il condizionatore evaporativo made in Italy dedicato al mondo dei veicoli ricreazionali.

Perché Viesa Holiday è un prodotto inclusivo?

Viesa Holiday è adatto alle donne perché è stato progettato secondo i principi della termodinamica e considerando il funzionamento reale del corpo umano maschile e femminile.
Viesa non secca l’aria, mantiene costante l’umidità tra il 40 e il 60%, il che è ideale per l’essere umano e anche per chi soffre di asma. Inoltre, agisce direttamente sulla persona, non intesa come oggetto, ma come un corpo umano che produce calore.

Altre caratteristiche del Viesa Holiday lo rendono perfetto sia per uomini che donne: ha un ricircolo d’aria continuo, non crea sbalzi termici evitando problemi di dolori muscolari, non utilizza prodotti chimici ma solo acqua, e il filtro naturale funge anche da purificatore d’aria intrappolando batteri e virus. È adatto anche a bambini, anziani ed animali, ed è ecologico, sfruttando le energie rinnovabili e costituito principalmente da materiali riciclabili.

Conclusioni

Viesa rappresenta un esempio concreto di progettazione di soluzioni inclusive, l’azienda ha adottato questa prospettiva già vent’anni fa, quando ancora non si parlava di gender gap e discriminazioni.

Oggi più che mai, è importante avere una mentalità aperta che tenga conto delle esigenze di uomini e donne allo stesso modo, perché la lotta al gender gap non si combatte solo a parole ma anche con azioni concrete.

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